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Dante latinizzato : traduzione latina come una forma particolare di commento alla Commedia
Dante Alighieri
Boska Komedia
przekłady łacińskie
przekład jako forma komentarza
Matteo Ronto
Coluccio Salutati
Giovanni Bertoldi da Serravalle
Dante Alighieri
Divine Comedy
Latin translations
translation as a form of commentary
Matteo Ronto
Coluccio Salutati
Giovanni Bertoldi da Serravalle
Dante Alighieri
Divina Commedia
traduzioni latine
traduzione come una forma di commento
Matteo Ronto
Coluccio Salutati
Giovanni Bertoldi da Serravalle
L'articolo nasce dall’intento di presentare una forma particolare di commento alla Commedia dantesca, costituita dal fenomeno di latinizzazioni dell’opus magnum di Dante. Le latinizzazioni delle opere scritte originariamente nelle lingue moderne cominciarono ad apparire in Europa molto presto, tuttavia continuano ad essere una terra pressoché incognita, costituendo un argomento ancora poco esplorato dagli studiosi. Furono tradotte nella lingua degli antichi Romani sia opere scientifiche, alle quali si apriva in tal modo l’accesso alla circolazione europea, sia le opere letterarie: nel loro caso trovare una spiegazione che ne giustifichi l’apparizione desta di solito non pochi problemi interpretativi, a meno che il traduttore non ci abbia lasciato informazioni esaurienti sui motivi che lo spinsero a compiere un tale sforzo. Si è soliti considerare tali traduzioni latine, soprattutto quelle intraprese nel momento in cui gli scritti latini venivano oramai respinti agli antipodi delle letterature nazionali, come segno evidente dell’esercizio linguistico-letterario nonché di un mero divertimento. Eppure non possiamo negar loro un certo intento divulgativo, volto alla diffusione anche fuori dai confini nazionali delle opere ritenute degne di conoscenza e di commento. Non di rado dietro alla decisione di tradurre in latino un’opera volgare stava la volontà di rendere omaggio, da parte del traduttore, a un autore particolarmente apprezzato, ascrivendolo in tal modo a un doppio filone di tradizione letteraria antica e moderna. In molti casi si possono scorgere anche intenzioni emulative nei confronti dello scrittore tradotto, visibili soprattutto nelle latinizzazioni umanistiche e rinascimentali. Non è escluso neanche l’intento di autonobilitazione operata da scrittori sconosciuti attraverso la scelta di tradurre un grande autore. Dal Trecento fino al Novecento, furono latinizzate più volte le opere delle cosiddette Tre Corone Toscane: a differenza delle traduzioni latine delle opere di Boccaccio da tempo note e studiate grazie alla figura del primo traduttore, il Petrarca stesso e a differenza delle latinizzazioni del Canzoniere e dei Trionfi petrarcheschi che la sottoscritta ha cercato di studiare, le latinizzazioni della Commedia dantesca attendono ancora di essere studiati. Non è stata ancora tentata una elaborazione complessiva di tale problema. L’intento dell'articolo sarebbe allora quello di presentare le traduzioni latine della Commedia, dalle più antiche fino a quelle novecentesche, con un’attenzione particolare prestata alle latinizzazioni tre- e quattrocentesche, nate coll’intento di commentare e divulgare la Commedia dantesca: quelle di Matteo Ronto, Coluccio Salutati e Giovanni Bertoldi da Serravalle. Nell’analisi viene posto sotto l’esame in particolar modo l’aspetto esegetico-commentatorio delle segnalate traduzioni.
dc.abstract.other | L'articolo nasce dall’intento di presentare una forma particolare di commento alla Commedia dantesca, costituita dal fenomeno di latinizzazioni dell’opus magnum di Dante. Le latinizzazioni delle opere scritte originariamente nelle lingue moderne cominciarono ad apparire in Europa molto presto, tuttavia continuano ad essere una terra pressoché incognita, costituendo un argomento ancora poco esplorato dagli studiosi. Furono tradotte nella lingua degli antichi Romani sia opere scientifiche, alle quali si apriva in tal modo l’accesso alla circolazione europea, sia le opere letterarie: nel loro caso trovare una spiegazione che ne giustifichi l’apparizione desta di solito non pochi problemi interpretativi, a meno che il traduttore non ci abbia lasciato informazioni esaurienti sui motivi che lo spinsero a compiere un tale sforzo. Si è soliti considerare tali traduzioni latine, soprattutto quelle intraprese nel momento in cui gli scritti latini venivano oramai respinti agli antipodi delle letterature nazionali, come segno evidente dell’esercizio linguistico-letterario nonché di un mero divertimento. Eppure non possiamo negar loro un certo intento divulgativo, volto alla diffusione anche fuori dai confini nazionali delle opere ritenute degne di conoscenza e di commento. Non di rado dietro alla decisione di tradurre in latino un’opera volgare stava la volontà di rendere omaggio, da parte del traduttore, a un autore particolarmente apprezzato, ascrivendolo in tal modo a un doppio filone di tradizione letteraria antica e moderna. In molti casi si possono scorgere anche intenzioni emulative nei confronti dello scrittore tradotto, visibili soprattutto nelle latinizzazioni umanistiche e rinascimentali. Non è escluso neanche l’intento di autonobilitazione operata da scrittori sconosciuti attraverso la scelta di tradurre un grande autore. Dal Trecento fino al Novecento, furono latinizzate più volte le opere delle cosiddette Tre Corone Toscane: a differenza delle traduzioni latine delle opere di Boccaccio da tempo note e studiate grazie alla figura del primo traduttore, il Petrarca stesso e a differenza delle latinizzazioni del Canzoniere e dei Trionfi petrarcheschi che la sottoscritta ha cercato di studiare, le latinizzazioni della Commedia dantesca attendono ancora di essere studiati. Non è stata ancora tentata una elaborazione complessiva di tale problema. L’intento dell'articolo sarebbe allora quello di presentare le traduzioni latine della Commedia, dalle più antiche fino a quelle novecentesche, con un’attenzione particolare prestata alle latinizzazioni tre- e quattrocentesche, nate coll’intento di commentare e divulgare la Commedia dantesca: quelle di Matteo Ronto, Coluccio Salutati e Giovanni Bertoldi da Serravalle. Nell’analisi viene posto sotto l’esame in particolar modo l’aspetto esegetico-commentatorio delle segnalate traduzioni. | pl |
dc.affiliation | Wydział Filologiczny : Instytut Filologii Romańskiej | pl |
dc.conference | Commentare Dante oggi | pl |
dc.conference.city | Budapeszt | |
dc.conference.country | Węgry | |
dc.conference.datefinish | 2014-11-29 | |
dc.conference.datestart | 2014-11-27 | |
dc.contributor.author | Wrana, Magdalena - 143472 | pl |
dc.contributor.editor | Kelemen, János | pl |
dc.contributor.editor | Nagy, József | pl |
dc.date.accessioned | 2016-03-31T12:58:32Z | |
dc.date.available | 2016-03-31T12:58:32Z | |
dc.date.issued | 2015 | pl |
dc.description.conftype | international | pl |
dc.description.physical | 167-181 | pl |
dc.description.publication | 1,2 | pl |
dc.identifier.isbn | 978-963-312-241-9 | pl |
dc.identifier.uri | http://ruj.uj.edu.pl/xmlui/handle/item/23163 | |
dc.language | ita | pl |
dc.language.container | ita | pl |
dc.participation | Wrana, Magdalena: 100%; | pl |
dc.pubinfo | Budapest : Eötvös University Press | pl |
dc.rights | Dodaję tylko opis bibliograficzny | * |
dc.rights.licence | bez licencji | |
dc.rights.uri | * | |
dc.subject.en | Dante Alighieri | pl |
dc.subject.en | Divine Comedy | pl |
dc.subject.en | Latin translations | pl |
dc.subject.en | translation as a form of commentary | pl |
dc.subject.en | Matteo Ronto | pl |
dc.subject.en | Coluccio Salutati | pl |
dc.subject.en | Giovanni Bertoldi da Serravalle | pl |
dc.subject.other | Dante Alighieri | pl |
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dc.subtype | ConferenceProceedings | pl |
dc.title | Dante latinizzato : traduzione latina come una forma particolare di commento alla Commedia | pl |
dc.title.alternative | Dante Latinized : Latin translation as a special form of commentary on Comedy | pl |
dc.title.container | Commentare Dante oggi : atti del convegno internazionale | pl |
dc.type | BookSection | pl |
dspace.entity.type | Publication |